Guittone d'Arezzo, Ahi dolce gioia, amara ad opo meo

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Ahi dolce gioia, amara ad opo meo,
perché, taipino, ho voi tanto dottare,
ch'orso non sete, né leon, par Deo,
ma cosa che no po né sa mal fare?
Or, se fuste un dragon, ché non pens'eo
che vi farebbe un angelo tornare
lo cor benigno e la gran fede ch'eo
aggio locata e missa in voi amare?
Non che vi sento e vi conosco tale,
se fussevi mortalmente nemico,
voi me non osereste voler male.
Tant'è lo vostro cor cortese, amico,
d'amor dolce, pietoso e naturale,
perch'eo mi riconforto e di dir dico.