Onesto da Bologna, O falso Amor, che credi di me fare

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O falso Amor, che credi di me fare,
perché condutto m'aggi in tua pregione?
Tu vedi ben che non mi posso atare
da te, che se' più fero che leone;
dicer potresti, a non voler bugiare,
che sempre stato son tua diffensione
. . . . [are]
. . . . [one]
Ma i' t'ho già udito assimigliare
al diavol de l'inferno che dà pena
pur a sua gente e l'altra lassa andare:
sì che parmi che tenghi quella mena:
chi più te ama, colui fai penare
sì che mai non può uscir di tua catena.