Onesto da Bologna, Se co lo vostro val mio dire e solo

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Se co lo vostro val mio dire e solo,
supplico lei cui siete ad ubbidenza,
che ristori a tutta vostra parvenza,
ch' io so che vo' il cherete senza dolo.
Di voi fe' prova di gioia il valore
quando parve; di ragione ver' voi fenne
ché val più gioia a cui pena anzi venne;
ella vi loda, de lo vostro amore
dicendo: «Questi è bon combattitore:
servito m'ha, faccendoli malizia,
onde non m'è mestier farli mestizia
d'alcun diletto, ch'è degno d'onore»;
ed Amor m' ha dato di sé contezza,
sì ca·cciò dir per voi non m'è gravezza.
Quando gli apparve, Amore prende loco;
gendo diliberato, non dimora
in cor che sia di gentilezza fora;
e, ove il suo plager trova, non poco
sforza pur quel che l'ha già in su' disio,
e tanto lui diletta dandoi torto,
ch' al sofferent'è fame di gioi porto
e doglio e pena c'ha chi li servio,
sì che piangendo a la donna se·n gio
ed ella, per pietà, li diè ristoro:
ahi, quanto vol d'amor prego ed esoro
fa il servo vil, perde d'Amor l'ausilio.
Dunqua non pecca Morte in alcun lato
se non tol quel ch' è ad Amore ingrato.
Conceduto ha la donna che l' amasse
sugetto che lealmente servia,
conquiso che difesa non avia,
purch'a·llei lo suo servir non gravasse;
sì che omai la sua mente divide
dal suo contraro, e canoscenza dèle
quanto ha chiamato «morte» e «amaro fele».
Pur vi rimembri dove Amor mo' siede;
che laude far d'altrui el se n'avede,
onde poi cresce d' Amor più l' aita.
Lo qual io prego che vi déa compita
disïanza che le ovre arichiede:
a voi cred'e' che non serà più duro,
ma per invidia agli altri sarà obscuro.
Amico, poi che servo vi consente
piena di grazia e di vertù, posare
deno li spirti vostri e acordare
l'alma e lo core e 'l corpo a l'ubidiente.
Leve zà parmi lo vostro disiro,
ch' Amor, parlando ove no 'nd'è martire,
accordò il vostro cor nel su' cherire:
per che tormento né penser vi diro,
ma a voi, certo, vïa più disiro.
Ma so che in ciò non va·la mia preghera,
ché tanto avete di gioi la manera,
che infra no'i' stesso invidia vi tiro:
veggio ch' Amor vi fa così perfetto,
ed e' vuol ch' i' vi·l dica, e hamene stretto.
Plagemi d'esser vostro ne la luna,
stella d' amor a qual mi son segnato;
ell' ha il meo core dal vostro furiato
e voglio aver, ch'ène cosa comuna.
E parmi certo che molto disvaglia
gioia disfatta con martiri e guai,
se non l' ha cara, vïa più che mai,
uomo a chi è creduto ch' ela vallia.
Non vi zochi, amico, alcuno a l'aglia,
né per vostro pro' ferere in sorte
vogliate alcun, che è troppo forte
cosa il donar di quel che il cor dismaglia.
Però fate di gioia bon riservo,
ch'è per altrui el, non in soi, protervo.