Cino da Pistoia, Io son chiamata nuova ballatella

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Io son chiamata nuova ballatella,
che vengo a voi cantando,
per contarvi novella
d'un vostro servo che si muore amando.
Io posso dir parole
così vere di lui,
come colei che vien dalla sua mente.
Madonna, egli si duole
e muor chiamando vui
ne' sospiri del cor celatamente.
Quando il lasciai, piangea sì fortememe,
che forse egli è già morto,
se alcun buono conforto
non gli ha donato Amor di voi parlando.
Amor con lui parlava
del vostro grande orgoglio,
che voi d'ogni valor rende compita:
e di ciò si laudava
tanto, che'l suo cordoglio
fors'è alleggiato sì che ancora ha vita.
Ma egli ha dentro al cor sì gran ferita
che non ne può scampare,
se nol volete aitare
voi che 'l feriste e non sapete quando.
Il giorno che da pria
gli donaste il saluto
che dar sapete a chi vi face onore,
andando voi per via,
come d'un dardo acuto
subitamente gli passaste il core:
allora il prese la virtù d'amore,
che ne' vostri occhi raggia;
poi gli siete selvaggia
fatta sì, che mercé non vi addimando.
Non vi chero mercede,
madonna, per paura
ch'i' aggio che di ciò non vi adiriate:
ma questo dico in fede,
sapendo che in figura
angel del ciel diritto assimigliate;
[ . . . . . . ]
[ . . . . . . ]
più non vi dico avante,
se non che l'alma sua vi raccomando.