Cino da Pistoia, Su per la costa, Amor, de l'alto monte

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Su per la costa, Amor, de l'alto monte,
drieto a lo stil del nostro ragionare
or chi potrà montare,
poi che son rotte l'ale d'ogni ingegno?
I' penso ch'egli è secca quella fonte,
ne la cui acqua si potea specchiare
ciascun del suo errare,
se ben volèn guardar nel dritto segno.
Ah vero Dio, ch'a perdonar benegno
sei a ciascun che col pentir si colca,
quest'anima bivolca,
sempre stata d'amor coltivatrice,
ricovera nel grembo di Beatrice.
Qual oggimai dagli amorosi dubî
sarà a' nostri intelletti secur passo,
poi che caduto, ahi lasso,
è 'l ponte ov'e' passava i peregrini?
Nol vegg[end]o [di] sotto [ da le ] nubi,
del suo aspetto si copre ognun basso,
sì come 'l duro sasso
si copre d'erba e talora di spini.
Ah dolce lingua, che con t[u]oi latini
facéi contento ciascun che t'udia,
quanto doler si dia
ciascun che verso Amor la mente ha volta,
poi che Fortuna del mondo t'ha tolta!
Canzone mia, a la nuda Firenza
oggima' di speranza, te n'andrai.
Dì che ben pò trar guai,
ch'omai ha ben di lungi al becco l'erba.
Ecco, la profezia che ciò sentenza
or è compiuta, Firenza, e tu 'l sai:
se tu conoscerai,
il tuo gran danno piangi che t'acerba;
e quella savia Ravenna che serba
il tuo tesoro, allegra se ne goda,
ch'è degna per gran loda.
Così volesse Iddio che per vendetta
fosse deserta l'iniqua tua setta!