Cino da Pistoia, Messer, lo mal che ne la mente siede

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Messer, lo mal che ne la mente siede
e pone e tien sopra lo cor la pianta,
poi c'ha per li occhi sua potenza spanta,
di lui se non dolor mai non procede.
E quest'è il frutto che m'ha dato e diede,
poscia ched io provai, dolente, quanta
è la sua segnoria, che voglia manta
mi dà di morte, tegnendo sua fede.
Provedenza non ha, ma pure ancede,
e s'è per voi la vertù volta e franta,
Fortuna è sola ch'al contrario fiede.
Ma di tanto valor quella s'ammanta,
ch'Amor siccome suo soggetto riede,
ch'a vo' promette e innanzi a lei si vanta.