Cino da Pistoia, S'io ismagato sono ed infralito

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S'io ismagato sono ed infralito
non ve ne fate, genti, maraviglia;
ma miracol vi sembri solamente
com'io non son già de la mente uscito:
in tal maniera la morte mi piglia
ed assalisce subitanamente,
che l'alma non consente
per nulla guisa di voler morire;
ma 'l corpo mio per pena disentire
la chiede quanto può senza dimora.
Di ciò, lasso, ad ogn'ora
crescere sento fra me stesso guerra,
però che non diserra
la Morte di voler ch'i' testé mora.
Così m'avien per non veder l'augella
di cui non ebbi, gran tempo è, novella.
Quando l'anima mia e 'l corpo e 'l core
guerreggiano insieme per la morte,
che qual l'adasta e qual pur la disia,
sovra me sento venire un tremore,
che per le membra distende sì forte
ch'io non saccio in qual parte mi sia;
ma allor la donna mia
per mia salute ricorro a vedere,
la cui ombra giuliva fa sparere
ogni fantasma che addosso mi greva;
d'ogni gravor m'alleva
lo suo gentile aspetto vertudioso,
che mi fa star gioioso;
però, membrando ciò, testé m'aggreva
ch'aver non posso tuttor tal conforto;
dunque sarebbe me' ch'io fosse morto.
Di morir tengo, col corpo mio, parte;
ché non avrei se non minor tormento,
ch'i' aggia stando sanza veder lei.
Deh, travagliar mi potess'io per arte
e gire a lei per contar ciò ch'io sento
o per vederla, ch'altro non vorrei!
Piangendo le direi:
«Donna, venuto son per veder voi;
ch'altro che pena non senti', da poi
ch'io non vidi la vostra alma figura.
Menato m'ha ventura
a veder voi cui mia vita richiede:
certo, in me si vede
pietà visibil, se porrete cura
ciò che vi mostra 'l mio smagato viso,
che mostra fuor come Amor m'ha conquiso».
Quando io penso a mia leggera vita
che per veder madonna si mantene,
cagione él dà per che io sto gravoso;
lo gaio tempo di presente invita
per la fresca verzura a gioia e bene
chi si sente aver core disioso;
ciascheduno amoroso
va per veder quella donna che ama:
e ciò vedendo, l'alma mia s'inflama
tanto ch'ella non puote star in pace;
col cor lamento face,
e dice: «Lassa! che sarà di meve?».
Lo core dice: «Fie tua vita greve,
secondamente ch'al nostro amor piace».
Volesse Dio ch'avante ch'io morisse,
la vedess'io, che consolato gisse!
Da parte di Pietà, prego ciascuno
che la mia pena e 'l mio tormento aude,
che preghi Dio che mi faccia finire;
ché di morir ne lo stato ov'io sono,
mi conterei in gran pregio ed in laude,
poi ch'io morrei sol per Amor servire.
Di me poria dire
ch'io fui d'Amor fin da giovane etate;
e stando sol nella sua potestate,
per non veder mia donna morto fosse:
e come Amor m'addosse
direi a quei che sono innamorati,
d'esta vita passati,
laudando 'l gran piacer ch'amor mi mosse,
e credereimi solamente fare
ogn'anima di ciò maravigliare.