Cino da Pistoia, Se tu sapessi ben com'io aspetto

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Se tu sapessi ben com'io aspetto
stando gravato de lo tuo silenzo,
non potresti già più, questo sentenzo,
la regola tener di Benedetto.
Non sai tu, frate, quant'io son distretto
di quel Signore, cui servir m'agenzo,
e pròvonde la pena di Lorenzo,
per mia sventura e per lo tuo difetto?
Ahi, quant'è lo tacere amaro e forte
ed innoioso, ove 'l parlar è dolce!
Ben fai peccato tu e la mia sorte;
e non so come cheto 'l ti comporte;
ché di tormenti sono in tale folce,
ch'altro non veggio che l'oscura morte.