Cino da Pistoia, Io non posso celar lo mio dolore

Altre Opere Bibliografia


Io non posso celar lo mio dolore,
poi ch'esser mi conven di for dolente,
com'è l'anima mia dentr'al suo loco;
ché quando Amor mi si mise nel core,
e' mi si puose davanti a la mente
con que' pensier' che poi vi dormîr poco,
ma sovente mi rinforza lo foco,
parlando del dolor, del qual son nati,
con quelli sconsolati
sospiri, che, per lor grand'abbondanza,
vincon la mia possanza
vegnendo con tremor tosto di fore,
quando mi fa membrar madonna Amore.
Lo imaginar dolente che m'ancide,
davanti mi dipinge ogni martiro
ch'i' debbo, infin ch'avrò vita, soffrire;
la mia natura combatte e divide
Morte ch'i' veggio là ovunqu'eo mi giro,
che seco se ne vuol l'anima gire;
ch'Amor, ch'a lato le venne a ferire
in tal guisa il meo cor, che si morìo,
non le lassò disio
ch'aggia virtù di consolarla mai,
ch'allor ch'io risguardai
la donna mia che Pietate uccise,
Morte da poi negli occhi mi si mise.
Per l'accidente che vince natura
ne la guerra d'Amor, trovo sconfitta
la mia virtù che non ha alcun sostegno.
Novi color' per la mia faccia oscura,
fòra per li occhi miei lagrime gitta;
allor credo passar ne l'altro regno.
Lasso! vedendo ciò, spesso divegno,
per simiglianza, in figura d'uom morto,
piangendo quel conforto
ch'i' trovo ne la morte solamente;
ch'ancor naturalmente
per la ragion mi dolesse 'l morire,
parriami 'n quel dolor gioia sentire.
Quando la mente talor si rifida,
entra madonna ne li pensier' miei,
che mantenente sospiri si fanno;
svegliasi Amor co la voce che grida:
«Fuggite, spiritelli, ecco colei
per cui martiri le vostre membra hanno».
Com'io rimango, quando se ne vanno!
Chi udisse un di que' che campan, pui,
contare per colui
che riman morto senza compagnia,
certo già non saria
tanto crudel, che non piangesse allora,
in quanto sono umana criatura.
Canzone, i' t'ho di lagrime assemprata,
e scritta ne la trist'anima mia,
che seco ne la morte te n'andrai;
e qui starai da gente scompagnata,
e fuggirai dove sollazzo sia,
secondo le parole che tu hai.
Se gentil cor ti legge, il pregherai
ch'a quella donna, per lo cui valore
m'ha sì disfatto Amore,
ti meni con fidanza che t'intenda
e che 'l dir non l'offenda.
Tu vedrai, solo al nome ch'a lei spiace,
quel che de l'altra mia persona face.