Cino da Pistoia, Gentil' donne valenti, ora m'aitate

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Gentil' donne valenti, ora m'aitate
ch'io non perda così l'anima mia;
e non guardate a me quale mi sia,
ch'i' pèro alfin, tant'ho più di pietate.
Per Dio, qualora insieme vi trovate,
pregatela che umil ver' me stia,
ch'altro già lo mio core non disia,
se non che veggia lei mante fiate;
ché non è sol de' miei occhi allegrezza,
ma di quei tutti c'hanno da Dio grazia
d'aver valor di riguardarla fiso.
Or non si sforzi di chiamar ferezza,
la qual fugge denanzi a lo suo viso
che ogni gentil cor vedendo sazia.