Cecco Angiolieri, Un danaio, non che far cottardita

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Un danaio, non che far cottardita,
avess'i' sol, tristo, ne la mia borsa!
ch'e' mi conven far di quelle de l'orsa,
che per la fame si lecca le dita;
e non avrò già tanto a la mia vita,
o lasso me, ch'io ne faccia gran torsa,
dapoi che la ventura m'è sì scorsa
ch'andando per la via ogn'uom m'addita.
Or dunque, che serà la vita mia,
se non di comparare una ritorta
e d'appiccarmi sopresso una via
e far tutte le morti ad una vorta,
ch'i' ne fo ben cento milia la dia?
Ma solo il gran peccato mi sconforta.