Cecco Angiolieri, Il pessimo e 'l crudele odio ch'i' porto

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Il pessimo e 'l crudele odio ch'i' porto
a diritta ragione al padre meo
il farà vivar più che Botadeo,
e di ciò già buon dì men sono accorto.
Odi, Natura, se tu ha' gran torto:
l'altrier li chiesi un fiasco di raspeo,
che n'ha ben cento cogna 'l can giudeo:
in verità, vicin m'ebbe che morto.
«S'i' glil'avessi chèsto di vernaccia?»
diss'io, solamente a lui approvare:
sì mi volle sputar entro la faccia.
E poi m'è detto ch'i' nol debbo odiare!
Ma chi sapesse ben ogni sua taccia
direbbe: «Vivo il dovresti mangiare!».