Buonagiunta Orbicciani, Feruto sono e chi di me è ferente

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Feruto sono e chi di me è ferente
guardi che non m'alcida al disferare,
ch'i' ho veduto perir molta gente,
no nel ferire, ma nel ferro trare.
Però feruto, voglio istar tacente,
portar lo ferro per poter campare,
che per sofrenza diviene om vincente,
ch'ogna cosa si vince per durare.
Però chero mercè a voi, mia spera,
dolce mia donna e tutto mi' conforto,
non disferate mia mortal feruta.
Merce, per Deo, non vi placia ch'i' pèra,
per soferenza tosto aspetto porto:
per lunga pena il mi' cor non si muta.